La legge di Murphy consiste in un
insieme di luoghi comuni e detti popolari che possono essere riassunti nei due
celebri assiomi: “Se qualcosa può andare storto, sicuramente lo sarà” e “se ci
sono due o più modi di fare una cosa, uno dei quali può avere un esito
catastrofico, è altamente probabile che qualcuno la farà proprio in questo
modo”.
L’intento di Arthur Bloch, l’autore
che ha classificato le leggi di Murphy, era di dimostrare come fosse possibile
costruire negativamente il modo di percepire gli eventi, distorcendo la visione
della vita e del futuro con un filtro di pessimismo.
In tal senso, la legge di Murphy si
riferisce non tanto al modo di generalizzare situazioni sfavorevoli che possono
capitare a tutti, piuttosto si tratta di un utile stratagemma per ironizzare su
quelle persone che si soffermano unicamente sul lato negativo delle cose, evitando
di vedere gli eventuali aspetti positivi o neutri.
Si tratta, in definitiva, di una
variante ironica del fenomeno conosciuto in psicologia con il nome di profezia che si auto-avvera, cioè di
un’opinione originariamente falsa che per il solo fatto di essere creduta come
vera, porta l’individuo a comportarsi in modo da far avverare le previsioni
negative. Infatti, l’abitudine a considerare la realtà nei suoi aspetti
peggiori, così come il soffermarsi unicamente sui lati negativi di qualsiasi
questione, oltre a distogliere l’attenzione dalla ricerca delle soluzioni,
finisce per rendere le persone prigioniere di schemi mentali negativi e senza
vie d’uscita rispetto alla situazione di partenza, qualunque essa sia.
Steve de Shazer, uno psicologo
americano che purtroppo è ancora poco conosciuto in Italia, era solito
esprimere questo concetto servendosi di una metafora molto suggestiva, quella
del masso lungo la strada. Immaginate
di stare pedalando con una bicicletta lungo una strada e che all’improvviso
intravediate davanti a voi un ostacolo, sia esso una pietra oppure una buca:
quanto è grande la probabilità di colpirla? In base alla legge di Murphy,
sarebbe pressoché inevitabile andare a sbatterci contro nonostante tutti gli
sforzi che si possono fare per frenare la corsa in tempo, mentre secondo de
Shazer sarebbe certamente più vantaggioso guardare la strada libera accanto e oltre
questo ostacolo, al fine di concentrare l’attenzione sullo spazio disponibile
di lato e da dove è possibile superare agilmente l’ostacolo.
Pur riconoscendo che c’è sempre
qualcosa che attira l’individuo verso il pericolo, de Shazer consiglia di
guardare alla parte di strada che è rimasta libera dagli ostacoli e di
concentrarsi su di essa e basta, poiché è proprio là che si cela la soluzione migliore
del problema.
Fermarsi all’improvviso per ragionare
su come si è formata la buca oppure su in che modo sarebbe possibile rimuovere
l’ostacolo imprevisto, non soltanto è una cosa contro-intuitiva, ma distoglie
l’attenzione dalla ricerca delle possibili soluzioni da dare al problema.
Perciò, conclude de Shazer, conviene sempre cercare di individuare una strada
percorribile e libera dal problema, altrimenti si finisce per vedere ostacoli
anche laddove non ci sarebbero.
