Intelligenza emotiva e casualità

Intelligenza emotiva e casualità
Manuale di scienza pratica dell'imprevedibile

martedì 15 maggio 2012

Risolta la legge di Murphy?



La legge di Murphy consiste in un insieme di luoghi comuni e detti popolari che possono essere riassunti nei due celebri assiomi: “Se qualcosa può andare storto, sicuramente lo sarà” e “se ci sono due o più modi di fare una cosa, uno dei quali può avere un esito catastrofico, è altamente probabile che qualcuno la farà proprio in questo modo”.
L’intento di Arthur Bloch, l’autore che ha classificato le leggi di Murphy, era di dimostrare come fosse possibile costruire negativamente il modo di percepire gli eventi, distorcendo la visione della vita e del futuro con un filtro di pessimismo.
In tal senso, la legge di Murphy si riferisce non tanto al modo di generalizzare situazioni sfavorevoli che possono capitare a tutti, piuttosto si tratta di un utile stratagemma per ironizzare su quelle persone che si soffermano unicamente sul lato negativo delle cose, evitando di vedere gli eventuali aspetti positivi o neutri.

Si tratta, in definitiva, di una variante ironica del fenomeno conosciuto in psicologia con il nome di profezia che si auto-avvera, cioè di un’opinione originariamente falsa che per il solo fatto di essere creduta come vera, porta l’individuo a comportarsi in modo da far avverare le previsioni negative. Infatti, l’abitudine a considerare la realtà nei suoi aspetti peggiori, così come il soffermarsi unicamente sui lati negativi di qualsiasi questione, oltre a distogliere l’attenzione dalla ricerca delle soluzioni, finisce per rendere le persone prigioniere di schemi mentali negativi e senza vie d’uscita rispetto alla situazione di partenza, qualunque essa sia.

Steve de Shazer, uno psicologo americano che purtroppo è ancora poco conosciuto in Italia, era solito esprimere questo concetto servendosi di una metafora molto suggestiva, quella del masso lungo la strada. Immaginate di stare pedalando con una bicicletta lungo una strada e che all’improvviso intravediate davanti a voi un ostacolo, sia esso una pietra oppure una buca: quanto è grande la probabilità di colpirla? In base alla legge di Murphy, sarebbe pressoché inevitabile andare a sbatterci contro nonostante tutti gli sforzi che si possono fare per frenare la corsa in tempo, mentre secondo de Shazer sarebbe certamente più vantaggioso guardare la strada libera accanto e oltre questo ostacolo, al fine di concentrare l’attenzione sullo spazio disponibile di lato e da dove è possibile superare agilmente l’ostacolo.
Pur riconoscendo che c’è sempre qualcosa che attira l’individuo verso il pericolo, de Shazer consiglia di guardare alla parte di strada che è rimasta libera dagli ostacoli e di concentrarsi su di essa e basta, poiché è proprio là che si cela la soluzione migliore del problema.

Fermarsi all’improvviso per ragionare su come si è formata la buca oppure su in che modo sarebbe possibile rimuovere l’ostacolo imprevisto, non soltanto è una cosa contro-intuitiva, ma distoglie l’attenzione dalla ricerca delle possibili soluzioni da dare al problema. Perciò, conclude de Shazer, conviene sempre cercare di individuare una strada percorribile e libera dal problema, altrimenti si finisce per vedere ostacoli anche laddove non ci sarebbero.

Chi vede il bicchiere mezzo vuoto, invece, tende a focalizzare il suo interesse sulle difficoltà incontrate durante la giornata e su quelle che lo aspettano, mentre chi riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno, è solito affrontare i problemi con uno spirito più combattivo e senza lasciarsi sopraffare dalle avversità. A tale proposito, Albert Einstein una volta disse: “E’ meglio essere ottimisti e avere torto piuttosto che essere pessimisti e avere ragione …”.