giovedì 3 gennaio 2013
Il coraggio e l’autostima
Recenti studi condotti da psicologi americani e inglesi suggeriscono che l’autostima sia una delle componenti fondamentali per avere successo nella vita. Si tratta di quel processo mediante il quale l’individuo valuta se stesso positivamente in rapporto agli altri e alle proprie aspettative: tale senso di valore personale è confermato e rinforzato ogni volta che il soggetto si dimostra all’altezza delle sfide da affrontare. Coloro che, al contrario, hanno sviluppato una scarsa autostima, tendono a evitare le difficoltà, non mettendosi mai veramente alla prova per paura di fallire e, così facendo, non compiono alcuna importante esperienza di successo personale. Queste persone sentono di valere poco agli occhi del mondo e difficilmente riescono a intaccare le convinzioni negative che ormai hanno sviluppato circa se stessi e le proprie capacità.
L’autostima si rivela una risorsa molto utile anche per superare i momenti difficili della vita, per risolvere i problemi complessi e per migliorare le proprie competenze in ambito lavorativo e scolastico.
Come si acquisisce l’autostima?
L’autostima è certamente connessa con la propria storia personale: infatti, sono le esperienze del passato e le aspettative verso il futuro che contribuiscono in maniera determinante al sentirsi e vedere se stessi come una persona in grado di superare qualsiasi difficoltà. Dipende, però, anche da una buona dose di coraggio, dal sapersi cioè creare la propria fortuna da soli, perché la fortuna aiuta gli audaci o almeno coloro che si sentono audaci, come insegna la seguente storia zen:
Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi. Durante la marcia si fermò a un tempio scintoista e disse ai suoi uomini: “Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino.” Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà. “Nessuno può cambiare il destino” disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia. “No davvero” disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt’e due le facce.
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