La scienza moderna non sempre riesce a spiegare tutto: a volte capita che i ricercatori si trovino di fronte a cose o eventi che non solo non sono in grado di spiegare ma che non dovrebbero nemmeno esistere, sulla base dei modelli teorici sviluppati fino a oggi.
Thomas Kuhn, uno dei principali filosofi della scienza del novecento, definiva questi eventi con il termine di “anomalie scientifiche”: se la scienza non era in grado di spiegare qualcosa in maniera esaustiva, ecco che probabilmente si doveva operare un cambio di paradigma concettuale. Un elenco, sicuramente parziale, di queste anomalie comprende la materia oscura (che rappresenterebbe la maggior parte dell’Universo attualmente esistente), il fatto che, a certe condizioni, alcune costanti scientifiche sembrano misteriosamente cambiare, il come ha avuto origine la storia della vita sul pianeta terra, se esistono altre forme di vita nel cosmo, l’effetto placebo, la fusione fredda.
Spesso accade che si preferisca ignorare certi fenomeni piuttosto che rimettere in discussione modelli teorici ormai accettati e riconosciuti come validi, perciò molti di questi misteri rischiano di rimanere parzialmente o totalmente insoluti. Per una trattazione esauriente di questi argomenti, si consiglia la lettura di un recente libro scritto dal giornalista Michael Brooks e intitolato “Le 13 cose che non hanno senso”, il quale descrive nel dettaglio le principali anomalie scientifiche che la scienza moderna non riesce ancora a spiegare. Secondo Brooks, il fatto di compiere nuovi esperimenti o ricerche, non necessariamente porterà a scoprire la verità su queste anomalie se prima non sarà cambiato il paradigma di base per mezzo del quale si cerca di conoscerle.
Un esempio storico di cambio di paradigma è la rivoluzione copernicana: prima di Copernico, infatti, si riteneva che la terra si trovasse al centro dell’universo e che fosse il sole a girare intorno a essa insieme a tutte le altre stelle e i pianeti. Nonostante si fossero accumulate nel tempo prove a favore del contrario, gli studiosi dell’epoca preferirono ignorarle piuttosto che mettere in discussione il paradigma scientifico principale, quello tolemaico, in base al quale era la terra al centro di tutto il cosmo conosciuto. Fu Copernico a introdurre il nuovo paradigma, ma occorse ben più di un secolo prima che la comunità scientifica, troppo legata alle idee tradizionali, lo accettasse completamente. La storia riporta molti altri esempi di rivoluzioni concettuali avvenute in ambito scientifico, come la teoria dell’evoluzione di Darwin oppure la teoria della relatività, che sono state gradualmente accettate dalla maggior parte degli altri studiosi, dopo aspre resistenze e polemiche iniziali.
Anche le persone comuni, molto spesso, si comportano come degli studiosi arroccati sulla torre d’avorio delle loro convinzioni errate, preferendo ignorare i dati che l’esperienza continuamente fornisce loro piuttosto che rivedere alcuni modi personali di pensare e di vedere il mondo. In tal senso, si può affermare che gli individui si rivelano molto più bravi a trovare prove a favore delle loro idee piuttosto che metterle in discussione al fine di elaborarne altre più evolute e più adatte a comprendere una realtà in continuo cambiamento.

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