I nemici del cambiamento sono principalmente due: da una parte abbiamo la presunzione di sapere tutto, la quale impedisce d’imparare qualcosa di nuovo, dall’altra, ci sono le vecchie abitudini consolidate nel corso degli anni, le quali spesso non sono altro che un modo più o meno consapevole per perdere tempo. Se perdiamo del denaro, c’è sempre la possibilità di recuperare le perdite, mentre il tempo che buttiamo, nessuno lo restituirà più indietro: perciò, si può affermare come il tempo sia sicuramente la risorsa più importante che abbiamo a disposizione, oltre che quella che andrebbe impiegata e spesa meglio.
A ogni cambiamento corrisponde sempre una perdita: infatti, chi sceglie di cambiare si lascia alle spalle i punti di riferimento cui è affezionato, per approdare in territori nuovi e almeno in parte sconosciuti. Tutte le volte che rifiutiamo o rimandiamo la possibilità di cambiare qualche aspetto di noi stessi e del mondo che ci circonda, ci comportiamo come dei pesci che preferiscono continuare a nuotare in un acquario ristretto e angusto, invece di prendere la direzione del mare aperto, nel quale sono sicuramente presenti maggiori pericoli e incognite, ma anche una maggiore libertà d’azione.
Che cosa tiene le persone così legate al proprio passato? Probabilmente la paura di affrontare qualcosa che appare nuovo è un grosso freno allo sviluppo personale, così come la mancanza di autostima e di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Si preferisce rimanere così come si è, ancorandosi alle proprie sicurezze fino allora conquistate, per evitare di affrontare nuove sfide e di acquisire un nuovo modo di pensare. Si rimane, così, vincolati ai vecchi schemi, nella convinzione erronea che essendo stati validi in passato, lo saranno ancora anche in futuro.
In realtà, soltanto chi riesce ad allargare i propri orizzonti di vita, acquisendo nuovi punti di vista sulle cose, riesce ad adattarsi meglio a un mondo in continuo divenire, modellando almeno in parte le situazioni in base alle proprie esigenze. Invece, chi tende a evitare il cambiamento, rimandandolo cronicamente, in genere finisce per subirlo quando meno se lo aspetta, sotto forma di quello che, di solito, viene chiamato sfortuna o destino avverso, ma che altro non è che la paura del nuovo e di ciò che ancora non si conosce o non si comprende appieno.
Tutti coloro che iniziano un nuovo percorso di vita sono animati e spinti dalla voglia di conoscere cose nuove, mentre coloro che si lasciano vivere finiscono per rimanere in attesa di qualcosa che poi non accade mai.
Lasciare la vecchia strada per quella nuova conviene sempre, perché aiuta a sviluppare la creatività e a trovare il coraggio di rimettersi in gioco, accettando di vivere in un mondo la cui un’unica regola davvero immutabile sembra essere quella scoperta da Eraclito più di duemila anni fa: “tutto scorre”.

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